Il test di Conconi è uno dei più conosciuti nell’ambito dei test di valutazione funzionale per la ricerca della soglia anaerobica.
Il suo obiettivo è quello di raccogliere i valori della frequenza cardiaca a differenti velocità di corsa, riportandoli in seguito in un grafico nel quale sull’asse delle ascisse è riportata la velocità e su quello delle ordinate la frequenza cardiaca. Chiaramente durante uno sforzo fisico si verifica un incremento del numero di pulsazioni del cuore, allo scopo di garantire un maggiore apporto di sangue ai muscoli: il test di Conconi aiuta ad individuare quel limite al di sopra del quale la frequenza cardiaca non può subire incrementi ulteriori, andando a valutare la correlazione tra la frequenza cardiaca e l’intensità dello sforzo: una relazione che, come scoperto dal professore Conconi, è inizialmente lineare ma superato un certo punto limite l’intensità dello sforzo va a superare l’incremento della frequenza cardiaca, tale punto ci indica la SOGLIA ANAEROBICA ed è il punto in cui c’è un notevole aumento nella produzione di Lattato o Acido Lattico.
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Come si esegue il test di Conconi
Questo test è considerato tra i più importanti ed utilizzati metodi di valutazione motoria in ambito sportivo: ha però alcune controindicazioni ascrivibili a persone non allenate o con problemi fisici, in quanto si tratta di un test massimale. Il protocollo di esecuzione si articola in una prova da sforzo incrementale che prevede l’utilizzo del cardiofrequenzimetro da parte dell’atleta il quale, previo adeguato riscaldamento, dovrà progressivamente monitorare la sua frequenza cardiaca.
Si effettua una prova di corsa su pista, cicloergometro o tapis roulant, ma con una costante: l’incremento graduale di intensità che possono essere effettuati ogni 30-60 secondi, a seconda del protocollo utilizzato. Qualora si utilizzi un cicloergometro, l’aumento può essere espresso in Watt. L’aumento di intensità prosegue fintanto che l’atleta non è più in grado di sopportare aumenti ulteriori, effettuando uno sprint finale che porta all’esaurimento totale e che consente di calcolare la frequenza cardiaca massima. I watt o i tempi parziali delle diverse frazioni vengono registrati al termine di ogni step, insieme alla frequenza cardiaca, dati che andranno riportati in un apposito grafico insieme alla FC max. Le variazioni di velocità sono variabili di corridore in corridore, tenendo conto del suo livello: si parte con una velocità molto bassa che dovrà aumentare con lenta gradualità, indicativamente di mezzo chilometro l’ora ogni 200 metri mantenendola il più possibile costante di tratto in tratto. Risulta essere solitamente consigliabile, per avere risultati più precisi, effettuare il test di Conconi in palestra sul tapis roulant, eseguendo sempre tratti di 200 metri. La velocità iniziare deve essere di almeno 5 chilometri inferiore a quella che il soggetto è in grado di mantenere per un’ora circa di corsa.
Osservare i risultati del test
L’analisi dei risultati del test di Conconi permette di notare come, finchè le velocità sono basse, si registra una linearità espressa nel grafico con una linea retta; arrivati ad un certo punto del test però si genera una deflessione con un cambio di pendenza piuttosto brusco: il punto nel quale la linearità scompare corrisponde alla soglia anaerobica. Le informazioni derivanti dal test Conconi consentono inoltre di programmare adeguati piani e ritmi di allenamento. Inoltre il test fornisce informazioni sulla potenza anaerobica alattacida dell’atleta e nella fattispecie, la differenza tra potenza massima e potenza alla soglia anaerobica, il tempo trascorso fuori soglia, la differenza tra FC max e FC di deflessione. Tanto più i valori saranno elevati tanto migliore sarà la performance anaerobica lattacida del soggetto.